Progetto realizzato a cura del Comune di Priverno

La città




Priverno

La città di Priverno, come ci appare oggi, ricca di testimonianze architettoniche, nasce dalle rovine della Privernum Romana, edificata su una collina circondata dalla catena dei Monti Lepini-Ausoni, e dai dolci declivi dei colli Seiani.
Dopo un incendio nel 1159, iniziò una fase ricostruttiva che perdurò fino al XIV secolo, a cui si deve l’impianto urbanistico dell’attuale centro storico e un buon numero di edifici pubblici e privati disseminati nel suo tessuto urbano.
Vennero restaurati diversi edifici religiosi , in particolare, S. Benedetto e S.Giovanni, le cui origini possono risalire al IX-Xsecolo.

Intanto, a pochi chilometri da Priverno, si stava ricostruendo l’Abbazia di Fossanova sotto la guida dei Cistercensi: fu proprio la severità stilistica dell’abbazia ad avere grandi ripercussioni sull’architettura religiosa contemporanea, caratterizzata dall’uso costante dell’ogiva, praticato fino al ‘500.

Elementi cistercensi, misti a preesistenti motivi romanici sono evidenti nel portico della Cattedrale, Così pure in stile ogivale è il porticato del Palazzo Comunale, nonché numerose costruzioni civili dal XII al XIV secolo. Questi sono anche i secoli di un incremento dell’architettura religiosa: il monastero ogivale di S.Lorenzo e quello di S.Francesco Vecchio sono forse fra le più antiche opere di questo periodo.

Notevole era la ricchezza di opere d’arte, dato l’ambiente socio-economico piuttosto evoluto e abbastanza ricco da potersi permettere l’erezione e il mantenimento di tanti edifici religiosi. E certo l’arte a Priverno segue una evoluzione intrisa di presenze extra territoriali, nonché riflesso delle correnti maggiori che si propagavano nel suolo italiano. Dalle maniere forti e un po’ rudi della pittura romano-bizantina, si passa ad accogliere ed assimilare nuove immagini venute essenzialmente dalla Toscana, insieme a qualche apparizione della scuola abruzzese. La scuola privernate raggiunge il suo apice nel XIV secolo: nome noto è quello di Pietro Coleberti, pittore dell”Annunciazione” che si trova nella chiesa di S.Benedetto. Oggi però è soprattutto nella chiesa di S.Giovanni che si possono osservare le opere migliori,grazie al restauro del 1979: ricordiamo tra tutte la “Madonna col Bambino e Santo Vescovo” forse opera appunto di Benozzo Gozzoli, pittore toscano.

Priverno, che godette di indipendenza politica e di un certo prestigio nell’ambito regionale, non fu risparmiata dalle carenze culturali comuni con i centri circostanti. Tuttavia le particolari condizioni della città che si stava riedificando favorirono lo sviluppo della scuola pittorica privernate, a tratti modesta, ma mai scadente. La scultura fu molto meno proficua, e le poche cose rimaste sono pertinenti essenzialmente alla decorazione scultorea dei monumenti privernati, dovute a maestranze locali. Va ricordato però Antonio Baboto (1351c.¬¬ 1435c.), pittore e scultore noto nell’ambiente tardo gotico della corte angioina di Napoli, massimo esponente della scuola scultorea privernate.

Un’altra fase edilizia si registra a Priverno nel XVI secolo. I lavori più notevoli del Cinquecento si possono localizzare nella Cattedrale , completamente trasformata, e sue adiacenze, e , nella campagna privernate, il palazzo di S.Martino, la chiesa della Delibera e quella dedicata alla Madonna delle Grazie. L’ogiva gotica viene così sostituita dall’arco a tutto sesto rinascimentale; nel secolo successivo il Barocco non ha lasciato esempi vistosi come gli splendidi edifici di Roma e Napoli, ma comunque di quel periodo è stato tramandato un senso di grandioso, seppur ridotto però a pesanti forme: gli androni affumicati, scrostati, dove non è raro notare sbiaditi blasoni familiari, i cortiletti possenti, i portoni scolpiti sormontati da balconi con ringhiere in ferro battuto costituiscono gli elementi barocchi più pregevoli che si possono ammirare per le vie cittadine. Da segnalare tra tutti il palazzo appartenuto alla famiglia Zaccaleoni, edificato nel XIII-XIV sec. e ristrutturato nella prima metà del XVII secolo.

L’arte privernate presenta condizioni eterogenee tra il XVI e il XVIII secolo, e la maggior parte della produzione artistica è dovuta ad artisti stranieri: certamente fu rilevante l’attività artigianale, e i committenti furono soprattutto le antiche casate (i Zaccaleoni, i Tacconi, i Valeriani, i Guarini) che ebbero influenza certa sulla vita locale. In quanto al Clero, continuava la sua influenza indiscussa: a Priverno già nel XV secolo erano presenti17 chiese e ben 8 monasteri!

Con l’occupazione napoleonica ci furono gravissimi danni al patrimonio culturale italiano, e pure a Priverno iniziò una decadenza culturale, le cui conseguenze sono ancora problemi dei nostri giorni. Ci fu una dispersione di opere. Basti pensare al ricco tesoro pittorico delle chiese, che è andato per la maggior parte perduto. Il clero di Priverno, con la soppressione degli ordini religiosi, si vide depauperato di tutto. Anche il Comune risentì del cambiamento, confondendosi nell’anonimato delle migliaia di comuni che venivano a costituire l’Italia.

Oggi diventa auspicabile un inventario del patrimonio della città, e si sperano maggiori risorse per il restauro di quanto ancora è testimonianza dell’arte privernate.



Abitazioni ......



Affreschi ......



Porte ......



Le Mura ......